domenica 27 luglio 2008
Ragazzino calcola la fine del mondo
Un 13enne tedesco: «C'è una probabilità su 450 che l'asteroide Apophis colpisca la Terra nel 2036»
POTDSAM (Germania) – È la più grande minaccia per il nostro pianeta: il 13 aprile del 2036 - la domenica di Pasqua - l'asteroide "Apophis" entrerà nell'orbita terrestre. Avrà una probabilità dello 0,2 per cento di schiantarsi contro il nostro pianeta. Sembra poco, ma non si sa mai. Lo ha calcolato un ragazzino di 13 anni di Potsdam, in Germania. Secondo le formule matematiche del giovane Nico Marquardt, la Nasa ha sbagliato - e non di poco - le sue previsioni sulla possibile collisione dell'asteroide con la Terra: per il giovane tedesco la probabilità d'impatto è una su 450 e non una su 45 mila. Il tam tam mediatico si è scatenato dopo la notizia che anche la Nasa aveva dato ragione al giovane. Ma successivamente è arrivata una secca smentita: «Non abbiamo avuto nessun contatto con lui».
ASTEROIDE KILLER - Troppo tardi. La notizia del "ragazzino che ha beffato la Nasa", era prevedibile, ha fatto il giro del mondo in queste ultime due settimane. Il pericoloso asteroide, dal diametro di 320 metri e dal peso di diverse decine di milioni di tonnellate, potrebbe colpire la Terra tra 28 anni con maggiore probabilità di quella calcolata dagli esperti dell'agenzia statunitense, assicura il giovane Nico Marquardt, piccolo genio del ginnasio di Humboldt che ha osservato e fotografato l'asteroide col telescopio dell'istituto di astrofisica di Potsdam (AIP), a Babelsberg. La traiettoria di Apophis potrebbe venire modificata a causa di uno scontro con uno dei migliaia di satelliti che gravitano intorno al nostro pianeta, ha scritto lo studente nel progetto scolastico sull' "Asteroide killer", vincitore tra l'altro di un premio speciale al recente concorso tedesco riservato ai giovani ricercatori "Jugend forscht".
CATASTROFE - L'incredibile storia è stata raccontata dal quotidiano Potsdamer Neueste Nachrichten. «Nello scontro con la Terra si libererebbe l'energia di 65 mila bombe nucleari come quella che distrusse Hiroshima nel 1945. Morirebbero milioni di persone; una fitta polvere coprirebbe il cielo per anni; un gigantesco tsunami scaturito nell'Oceano Atlantico allagherebbe parti della Terra«, ha raccontato Nico al giornale. L'adolescente sogna di poter, un giorno, lavorare proprio alla Nasa.
CLAMORE - Ma una certezza sulle probabilità per le quali il gigantesco asteroide fatto di iridio e ferro cada sulla Terra si avrà solo nel 2029, quando passerà a soli 32.500 km dal nostro pianeta. Secono l'agenzia europea Esa «le probabilità che questo colpisca la Terra restano remote, e il rischio che colpisca uno dei 35.880 satelliti geostazionari è vanificato dalla traiettoria che segue».
CALCOLI - Gli scienziati che studiano i cosiddetti asteroidi Neo (Near-Earth Objects, cioè gli oggetti che passano vicino alla Terra) hanno ribadito alle reti televisive americane che «le stime del probabile impatto di Apophis restano 1 su 45.000», negando infine di aver mai dato credito alle teorie del giovane Nico Marquardt.
giovedì 24 luglio 2008
GTA IV: Il Codacons chiede il sequestro perché troppo violento
Stupri, omicidi, pestaggi, prostituzione e linguaggi volgari.
E’ questo il succo di Grand Theft Auto IV, comunemente chiamato GTA e che in Italia, arrivato da poco, sta già riscuotendo un largo successo fra i giocatori.
Un videogioco dal successo dubbio è, invece, per il Codacons, che ha presentato un esposto a 104 procure della Repubblica di tutta Italia per chiedere che venga ritirato dal mercato nostrano e sia fatta un’indagine di studio, alla luce della possibile istigazione a delinquere che suscita nei minori.
Innanzitutto il ragazzino, giocando, veste i panni di un malavitoso, il cui scopo è quello di diventare un capo clan mafioso a Liberty City, riproduzione fedele di New York, e per farlo ha a disposizione un’unica arma: la violenza.
Il Codacons, che ritiene plausibile un’influenza psicologica (e forse anche comportamentale) di un videogioco come questo sulla psiche malleabile di un ragazzino, porta a dimostrazione di questa tesi la decisione dei produttori di GTA di rispettare le normative europee sulle indicazioni all’uso, pubblicando il gioco con il marchio PEGI, ovvero quello che ne sconsiglia l’uso al di sotto dei 18 anni. Evidentemente, se i produttori hanno optato per questa scelta - si figura il Codacons - significa che l’impatto emotivo e destabilizzante sul minore non è qualcosa di irrilevante, per quanto non esistano ancora studi attendibili che dimostrino una relazione di causa-effetto tra la violenza videogiocata e la violenza compiuta nel mondo reale; d’altra parte, però, non sembra nuova e senza dimostrazione la consapevolezza che, un’esposizione alla violenza (da qualsiasi parte arrivi: tv, giornali, famiglia… ) soprattutto per minorenni, bambini e adolescenti, non sia affatto desiderabile e che, in alcuni casi, influenzi negativamente i modelli di crescita formativa del soggetto. Pensiamo semplicemente alle baby gang di cui si parla tanto… come mai stanno esplodendo proprio in questo momento storico? A voi le risposte.
domenica 20 luglio 2008
«Cappotto di legno» così i Casalesi uccidono Saviano: rapper canta la morte dello scrittore
Lucariello, voce degli Almamegretta e fortemente voluto dallo stesso Saviano, che ha supervisionato il testo
Roberto Saviano ucciso dalla camorra. Ipotesi di pura finzione, alla base del brano «Cappotto di legno», ispirato alla vicenda dell’autore di «Gomorra» e alla sua «condanna a morte» da parte del clan dei Casalesi, nuovo lavoro del rapper partenopeo Lucariello, voce degli Almamegretta e fortemente voluto dallo stesso Saviano, che ha direttamente supervisionato il testo. «Cappotto di legno», nel gergo della malavita propriamente la bara, nasce dalla sincera stima reciproca e da una fitta corrispondenza iniziata nell’estate del 2007 tra Lucariello e Roberto. Nel testo, costruito sulla base di indispensabili informazioni e suggestioni fornite dallo stesso Saviano, Lucariello capovolge la classica retorica anticamorra, descrivendo dalla prospettiva di un killer di Casale l’immaginario omicidio del giovane scrittore.
Interamente in dialetto il testo, che inserisce al termine i campionamenti della voce di Nicola Schiavone, padre del boss Francesco detto «Sandokan» che definì il suo accusatore, Roberto Saviano, «un buffone, un pagliaccio». Lucariello, nato e cresciuto e Scampia, si è avvalso per gli arrangiamenti di Ezio Bosso, giovane compositore, curatore peraltro della colonna sonora di «Io non ho paura», pellicola diretta da Gabriele Salvatores. E proprio il regista premio Oscar per «Mediterraneo» ha curato la sceneggiatura del video, interamente prodotto e finanziato da MTV Italia, della canzone, in cui la voce cruda di Lucariello si fonde perfettamente con gli archi di Bosso negli spazi suggestivi del Teatro All’antica di Sabbioneta.
E’ la prima volta in assoluto che l’emittente musicale cara ai giovani di tutto il mondo finanzia e produce un videoclip. «Cappotto di legno» ha avuto il privilegio grazie al particolare messaggio sociale che veicola, inserendosi alla perfezione nel progetto ideato da MTV «No mafie», a cui è dedicata l’intera giornata di venerdì 20 giugno, giorno in cui l’emittente ha cominciato a passare il video in anteprima.
Il video del brano lo trovate nella schermata video in alto
mercoledì 9 luglio 2008
La leggenda di Hokuto
Ken il guerriero - La leggenda di Hokuto - Director's Cut, è lo sviluppo del celebre fumetto "L’episodio del Mausoleo a Croce del Sacro Imperatore", in cui Kenshiro combatte contro il Sacro Imperatore Sauzer. A differenza della storia originale (raccontata nel manga e nella serie tv), strutturata dal punto di vista del protagonista Kenshiro, nel lungometraggio l'attenzione si concentra su Raoul, il maggiore dei tre fratelli di Hokuto, lanciato nella sua corsa alla conquista del potere. In questa versione per il grande schermo, sarà finalmente mostrato al pubblico il profondo amore che costituisce le radici stesse della volontà di dominio che muove ogni piano del Re. Oltre a Raoul il dominatore e a Kenshiro il salvatore, un'altra figura importante è rappresentata dal Sacro Imperatore Sauzer, Pugno della Fenice di Nanto; quest'ultimo, al pari di Raoul, domina le genti con la violenza e intende conquistare il mondo. A testimonianza della sua crudeltà, Sauzer ha deciso di erigere il Mausoleo a Croce del Sacro Imperatore, simbolo del suo potere: per realizzare questa gigantesca costruzione ha dato il via a una spietata caccia ai bambini, impiegati per la realizzazione del suo folle progetto autocelebrativo. Ad osteggiare Sauzer ci sarà anche Shu, guidato dalla Stella della Benevolenza. Oltre a essere una valoroso guerriero della Scuola di Nanto, è anche colui che in passato ha salvato la vita a Kenshiro bambino. Egli, nel tentativo di bloccare la costruzione del Mausoleo e rimettere ordine nelle fila di Nanto ormai nel caos, organizzerà una vera e propria resistenza. “Nel momento in cui Nanto perde il suo giusto ordine, Hokuto fa la sua comparsa”: l’incontro tra Shuu e Kenshiro dopo anni verrà accompagnato proprio da queste parole. Alla fine, il destino degli uomini di Hokuto e di Nanto si compie nella leggendaria e mortale battaglia tra Kenshiro e Sauzer, il Sacro Imperatore, tramandatore del Pugno della Fenice di Nanto e possessore di un corpo sul quale non ha effetto l’Hokuto Shinken. Riuscirà Ken a fermare la violenza dello spietato Sauzer? Il leggendario combattimento tra Kenshiro e Sauzer vivo tuttora nei ricordi degli spettatori e dei lettori, è riproposto in questo lungometraggio con un’animazione di altissima qualità, accompagnato da effetti sonori più realistici e suggestivi.
giovedì 3 luglio 2008
Bill Gates da l'addio a Microsoft
Il fondatore del colosso va in pensione
Ultimo giorno in ufficio per Bill Gates. Il fondatore di Microsoft dopo 33 anni di "onorato lavoro" va in pensione. E lascia il timone del colosso informatico a Steve Ballmer. Da lunedì 30 giugno il "pensionato d'oro", si dedicherà solo alla "Bill&Melinda Gates Foundation", l'istituto filantropico fondato con la moglie nel 2000, che vanta il titolo di associzione più ricca del mondo.
L'uscita di scena però non sarà totale: l'ex enfant prodige dell'informatica manterrà la carica di presidente e, per un giorno a settimana, si presenterà in azienda. La decisione del "re" dei pc del resto non è inaspettata: quando due anni fa Bill Gates ufficializzò la sua decisione di andare in pensione, la prima cosa che fece fu di andarsi a rileggere il trattato sulla leadership scritto nell'Ottocento da Max Weber. Il suo scopo era capire come le grandi organizzazioni dovessero gestire la scomparsa di un leader carismatico. "E' necessario che sia il leader stesso a nominare il proprio successore", aveva scritto il sociologo tedesco oltre 100 anni fa. Un'indicazione che Gates ha seguito alla lettera nominando Ballmer.La paura di molti e dello stesso Ballmer è se con l'uscita di scena del fondatore, Microsoft riuscirà a correre da sola. Il valore aggiunto di Bill Gates è talmente elevato che "ci vogliono due teste per compensarlo", come ha scritto recentemente il "Financial Times".Oltre alla "vision" di Gates un altro punto di forza di Microsoft è stato per anni il rapporto di amore-odio tra il fondatore e Steve Ballmer. "C'era forte competizione - ha spiegato George Colony analista di Forrester Research - quando si scontravano era assistere quasi a una reazione atomica". Secondo il Wall Street Journal il conflitto tra i due ha spesso prodotto delle paralisi nel processo decisionale della compagnia che ha spinto gli stessi membri del Cda ad adoperarsi spesso come mediatori. Secondo alcuni osservatori, il contrasto nasceva dalle resistenze di Gates ad accettare il ruolo di secondo.Resistenze che si sono completamente appianate nel 2001, quando Gates decise di farsi da parte.La pensione di Gates arriva dunque in un momento cruciale per Microsoft il cui errore strategico in questi ultimi anni è stato - dicono molti analisti - quello di aver sottovalutato le potenzialità del settore della ricerca su Internet e dunque di Google. Per Ballmer sono i problemi sorti con il sistema operativo Vista la principale ragione della perdita di sprint di Microsoft. "Ha calcificato la nostra capacità di reagire", ha detto. Gli analisti però credono che le radici del declino siano più profonde. "Riuscirà l'azienda a reinventarsi? E' di questo che ha realmente bisogno", evidenzia ancora l'analista di Forrester.Anche il fallimento dell'opa su Yahoo getta nuove ombre sulla capacità del colosso di Redmond di scardinare la leadership nel settore pubblicitario online della rivale Google. Ma Microsoft non molla. "Riteniamo che i gadget intelligenti e le apparecchiature continueranno a rivestire un ruolo di primo piano per l'utilizzo del software" dicono i nuovi vertici di Redmond. L'obiettivo, nell'arco dei prossimi anni, sarà quello di "far viaggiare il software su miliardi di apparecchi che dovranno essere coordinati, messi in comunicazione tra loro e connessi a una sistema di intelligenza a strati alimentato da un computer centrale". La sfida è aperta. Anche se Gates dovrà "accontentarsi" di guardarla da spettatore.
martedì 1 luglio 2008
Ronaldinho è tornato e Che spettacolo con Messi
Si è rivisto Ronaldinho. Dopo il ritorno di fiamma a mezzo stampa con il Milan dei giorni scorsi, il crack brasiliano è tornato in campo. Non giocava dal 9 marzo, quando con il Barcellona perse 2-1 in casa col Villarreal in un triplice addio: lui salutò la stagione e molto probabilmente il Barcellona (e nessuno si aspettava le due cose), i blaugrana il secondo posto in campionato. Ronnie stanotte ha giocato in maniera decisamente brillante per 56 minuti: non era un test probante, ma è stato comunque un piacere vederlo in campo.
I PROTAGONISTI - Il brasiliano ha animato la "pachanga", la partitella tra gli "Amici di Ronaldinho" e gli "Amici di Messi" organizzata a Maturin, in Venezuela. La pioggia torrenziale ha rischiato di far saltare la partita, cominciata con un’ora e mezzo di ritardo. Pioggia o no sugli spalti del Monumental c’erano oltre 40.000 persone che sono state intrattenute alla grande: risultato finale uno spettacolare 7-7. Tra i brasiliani allenati da Zico in campo Julio Baptista, Edmundo, Junior Baiano, Vampeta. Tra gli argentini (in panchina Cesar Farias): Abbondanzieri, Palermo, D’Alessandro, Coloccini, l’idolo di casa Juan Arango, Abreu. Arbitrava un argentino a noi caro: Horacio Elizondo, fischietto della finale di Barlino.
VINTAGE RONNIE - Nei primi 12 minuti Ronnie ha mandato a segno Junior Baiano, fatto un gran tiro, contribuito al gol di Vampeta e segnato un gol (salutato dal tripudio della folla) mostrando forma e colpi degni del Ronaldinho "vintage", quello che era il numero uno del mondo. Lo scenario era ideale per esibizioni di maestria, ma va ricordato che nel grigissimo inverno appena passato al brasiliano certe magie non erano riuscite nemmeno nel 5-1 del Barça al Levante…
LA PARTITA - Al 18’ i brasiliani erano già 5-1 (reti di Junior Baiano, 2, Vampeta, Ronnie, Julio Baptista e Abreu), al 32’ Leo Mesi segnava il 5-5 (doppietta di D’Alessandro e altra rete di Abreu). Prima dell’intervallo magico tacco di Ronaldinho con la difesa avversaria a bocca aperta e nuova rete di Julio Baptista per il 6-5. All’inizio della ripresa dopo il pari di Lazzaro il madridista ha restituito il favore a Ronnie che ha segnato il 7-6. Poi i saluti: al 56’ è uscito il 10 blaugrana, al 60’ Messi (dopo l’ultimo pareggio di Lazzaro), che però per acclamazione popolare è rientrato a giocare gli ultimi 5 minuti.
CATTIVA INFLUENZA - Dopo la partita abbracci, sorrisi e dichiarazioni di rito, tutti felici per aver partecipato ad una bella festa. Un paio di certezze: l’amicizia tra Ronnie e Leo è sempre saldissima, sembra però impossibile che i due continuino a dividere lo spogliatoio. Ronnie quasi certamente se ne andrà: tra le motivazioni fatte circolare a Barcellona per giustificare il deterioramento dei rapporti del "10" con il club catalano, la presunta cattiva influenza del brasiliano sull’argentino
I PROTAGONISTI - Il brasiliano ha animato la "pachanga", la partitella tra gli "Amici di Ronaldinho" e gli "Amici di Messi" organizzata a Maturin, in Venezuela. La pioggia torrenziale ha rischiato di far saltare la partita, cominciata con un’ora e mezzo di ritardo. Pioggia o no sugli spalti del Monumental c’erano oltre 40.000 persone che sono state intrattenute alla grande: risultato finale uno spettacolare 7-7. Tra i brasiliani allenati da Zico in campo Julio Baptista, Edmundo, Junior Baiano, Vampeta. Tra gli argentini (in panchina Cesar Farias): Abbondanzieri, Palermo, D’Alessandro, Coloccini, l’idolo di casa Juan Arango, Abreu. Arbitrava un argentino a noi caro: Horacio Elizondo, fischietto della finale di Barlino.
VINTAGE RONNIE - Nei primi 12 minuti Ronnie ha mandato a segno Junior Baiano, fatto un gran tiro, contribuito al gol di Vampeta e segnato un gol (salutato dal tripudio della folla) mostrando forma e colpi degni del Ronaldinho "vintage", quello che era il numero uno del mondo. Lo scenario era ideale per esibizioni di maestria, ma va ricordato che nel grigissimo inverno appena passato al brasiliano certe magie non erano riuscite nemmeno nel 5-1 del Barça al Levante…
LA PARTITA - Al 18’ i brasiliani erano già 5-1 (reti di Junior Baiano, 2, Vampeta, Ronnie, Julio Baptista e Abreu), al 32’ Leo Mesi segnava il 5-5 (doppietta di D’Alessandro e altra rete di Abreu). Prima dell’intervallo magico tacco di Ronaldinho con la difesa avversaria a bocca aperta e nuova rete di Julio Baptista per il 6-5. All’inizio della ripresa dopo il pari di Lazzaro il madridista ha restituito il favore a Ronnie che ha segnato il 7-6. Poi i saluti: al 56’ è uscito il 10 blaugrana, al 60’ Messi (dopo l’ultimo pareggio di Lazzaro), che però per acclamazione popolare è rientrato a giocare gli ultimi 5 minuti.
CATTIVA INFLUENZA - Dopo la partita abbracci, sorrisi e dichiarazioni di rito, tutti felici per aver partecipato ad una bella festa. Un paio di certezze: l’amicizia tra Ronnie e Leo è sempre saldissima, sembra però impossibile che i due continuino a dividere lo spogliatoio. Ronnie quasi certamente se ne andrà: tra le motivazioni fatte circolare a Barcellona per giustificare il deterioramento dei rapporti del "10" con il club catalano, la presunta cattiva influenza del brasiliano sull’argentino
Iscriviti a:
Post (Atom)